“Arrendetevii!” è l’urlo di Beppe Grillo a Milano. “Arrendetevi, siete circondati dal popolo italiano. Uscite con le mani alzate. Nessuno vi toccherà ”.
Così il leader del Movimento 5 Stelle ha infiammato i 35000 accorsi in Piazza Duomo lo scorso Mercoledì. Solito repertorio di retorica gonfia anche sul suo blog dove consiglia ai politici di abbandonare le poltrone “come gli americani sui tetti di Saigon nel 1975”. O ancora “È una guerra. Abbiamo le macerie esattamente come dopo la seconda guerra mondiale” l’avvertimento che figura sul suo profilo facebook.
E’ sempre più ricorrente il richiamo al gergo militare da parte dell’ex comico genovese. Una tronfia violenza verbale che non risparmia nessuno, dal Presidente Mario Monti al Pdl, sino al “Pd meno elle”. Al di là degli slogan, sotto il velo un po’ arrogante e goliardico della campagna elettorale del “MoVimento”, si intravede un vuoto di cultura difficilmente colmabile. E da sempre la retorica populista prova a riempire questo vuoto con l’appello alle armi, l’urlo del “O con noi o contro di noi”.
Non abbiamo qui la pretesa di giudicare la validità della proposta politica dei grillini, le ragioni del dissenso o le possibilità di una democrazia virtuale. E’ il “lessico” che vorremmo esaminare, e non, vendolianamente, la “narrazione”.
Fin dai primi atti della sua ascesa Grillo si è sempre contraddistinto per una fortissima carica eversiva; la contestazione contro l’attuale classe dirigente e più in generale contro lo stato della nostra democrazia è stato il suo pane. Un aspetto che è esploso nell’ultima campagna elettorale quando, più di tutti gli altri candidati, Grillo ha cercato il contatto fisico con l’elettorato. Nelle Piazze stracolme, il grillo, più che frinire, abbaiava: l’uso di un tono di voce più alto, il frequente ricorso all’invettiva ben si prestano a carpire l’attenzione di un elettorato sempre più sordo alle promesse dei politici. Non a caso, mentre la disaffezione verso la cosa pubblica avanza tra i più giovani, Grillo raccoglie proprio tra questi i maggiori consensi. In un articolo del 4 Febbraio scorso Renato Mannheimer riferisce che tra gli elettori della fascia di età compresa tra i diciotto e i ventitre anni il Movimento 5 Stelle conquisti quasi un terzo dell’elettorato, superando di poco il Pd.
Certamente anche la scarsa confidenza di Beppe Grillo con la stampa nostrana rientra in questo contesto: quasi agli antipodi l’incedere cerebrale di Mario Monti di fronte ai giornalisti rispetto a quello di Grillo che nell’ultima campagna elettorale ha nell’ordine cacciato un cameraman di Rai3 dal palco di un comizio, dato forfait all’intervista programmata per l’emittente Sky e poi escluso le troupe (fatta eccezione per i giornalisti stranieri e SkyTg 24) dal backstage del palco di Piazza San Giovanni. Molto più conciliante è invece il rapporto con la stampa straniera; ultima è l’intervista concessa alla CNN in cui rilancia l’ipotesi di un referendum sull’euro. Inoltre pur avendo gran parte degli organi di stampa a proprio sfavore, Grillo ha indirettamente goduto di una notevolissima attenzione da parte dei media, anche grazie a gesti scandalosi come la traversata dello Stretto.
In sostanza il ricorso all’insulto non ha fatto altro che polarizzare lo scontro sul terreno del dibattito: da una parte l’attuale classe dirigente, e dall’altra i cittadini, l’anticasta, pronta a liberare finalmente dai suoi mali la democrazia. Un esperimento che, quasi una nemesi storica, ricorda gli appelli contro il pericolo comunista lanciati da Berlusconi. E a questo risulta funzionale anche il ribaltamento delle classiche categorie della politica: non esistono più la Destra e la Sinistra; ci sono i cittadini e l’Ancien Regime, e infatti i militanti di Casa Pound non debbono essere esclusi. Stando ai sondaggi è stata una tecnica vincente, che mette nell’angolo tutti i partiti e che propone la scelta del movimento come altra, un di più, per “mandarli tutti a casa”.
Ci restano tuttavia ancora tanti dubbi. La retorica da guerra civile sarà anche un ottimo mezzo per guadagnarsi un po’ di voti, ma è in se stessa una scelta antidemocratica: nella vita, come in politica, non esistono soltanto il bianco e il nero, il giusto ed il marcio che coesistono in tutti gli schieramenti politici con varie sfumature. E in fondo ridurre la scelta ad un sì o ad un no sarebbe fin troppo semplice…
Alberto Donadeo
2 commenti:
Onestà, trasparenza, competenza: il 27 febbraio l'attuale classe politica italiana conoscerà la meritata purga, rimedio necessario per gli eccessi fin'ora perpetrati impunemente.
FV
http://www.facebook.com/notes/francesco-delli-santi/chi-semina-raccoglie-e-chi-non-semina-non-raccoglie/604100192938332
Francesco Delli Santi
Posta un commento