mercoledì 25 settembre 2013

Via Castellana Bandiera: il valore dell’integrità


Via  Castellana Bandiera è una strada dove in due non ci si passa. O io, o tu. Via Castellana Bandiera è il pettine a cui vengono tutti i nodi, o li sciogli uno ad uno o resti intrappolato nella ragnatela del non senso.
La storia di Rosa, Clara e Samira è infatti una storia che non ha senso, ma in quanto tale è la ventura delle venture, è la resa dei conti fra te e te, e fra te e l’altro.
I due mondi sono quelli di Rosa e Clara, coppia lesbica in crisi, e quello di Samira, donna anziana frantumata dal dolore della perdita della figlia e comandata da un genero sfrontato e maschilista. Rimangono incastrate in una via, dove il senso è doppio ma c’è posto solo per uno. Basterebbe che una delle due facesse retromarcia ma la caparbietà di entrambe le lascia una contro l’altra in un duello estenuante.
Quante volte per  raggiungere l’obiettivo  dobbiamo pensare alle manovre che traccino il filo rosso della nostra, nostra e solo nostra strada, senza le interferenze della realtà che ci circonda? Sarebbe facile andare dalla A alla Z, ma in mezzo ci sono diciannove lettere e migliaia di combinazioni che danno forma a parole, pensieri, discorsi. Via Castellana Bandiera è un inno  all’integrità. Nella stagione dei compromessi e delle larghe intese queste donne scelgono di essere pure fino in fondo, e non è questione di principio (come accade agli uomini rozzi e speculatori che le circondano) ma è una questione esistenziale.
De Andrè direbbe: morire per delle idee. Porre il limite entro il quale non si può andare avanti significa preservare il nucleo della nostra natura, la parte più profonda di se stessi che non si può rinnegare, la dignità del dire: no, questo no.
Nella stagione dei corrotti Emma Dante ricrea il baluardo dell’incorruttibilità, della lotta fisica e psichica alla difesa della propria identità. Lo scontro onesto ed eroico delle due donne arriva ai limiti dell’assurdo creando un mondo surreale e fuori dal tempo in cui, spogliati di tutto, non resta che l’io e il non io. Tuttavia la dialettica senza fine afferma due pensieri monolitici che finiscono non per trovare una sintesi, ma per lo meno un equilibrio: riescono a fare il punto della loro vita. Via Castellana Bandiera infatti da un vicolo cieco senza scampo progressivamente si allarga trovando posto per entrambe, un possibile doppio senso, e infine diventa un grande viale dove correre assaporando le nuove prospettive nate dal dramma. Lo scontro titanico ha aperto infinite possibilità e gli spazi della strada prendono respiro: la corsa conclusiva degli abitanti di via Castellana Bandiera è la catarsi che libera dalla frustrante e angosciosa gabbia dei propri limiti.


Lucia de Marco