mercoledì 25 luglio 2012

La Strage di Denver, quando il cattivo non è il Joker


Se vivi negli Stati Uniti e una sera di Luglio decidi di andare al cinema a vedere il film di Batman, è necessario che  ti preoccupi di avere 21 anni per ordinare una birra al bar, oppure di nascondere il tuo panino al formaggio francese  perché è fatto col latte crudo e dunque è illegale e pericoloso, ma non devi assolutamente preoccuparti se quella sera ti va di infilare nella tua borsa un mitra, o una qualsiasi arma da fuoco.  Ad Aurora, Denver, Colorado, un ragazzo ha tirato fuori      quel mitra e ha sparato, ha ucciso 12 persone e ferite 50.  E’ uno studente universitario, ha  24 anni, vita normale, faccia simpatica e capelli rossi, il suo modello è il Joker , il cattivo del film. Il suo sguardo perso nel vuoto durante le sedute giudiziarie non può che far pensare che il vero cattivo è dietro il gesto della sua follia. La colpa è di chi non ha saputo rendergli difficile procurarsi un arsenale sufficiente per una guerriglia urbana, delle lobby che hanno tutelato quell’acquisto, di quella costituzione che garantisce il diritto a comprare un’ arma ma non il diritto alla salute, della folla di moralisti che accusa il film di Nolan che “incita alla violenza”, di chi ancora vuole definire gli Stati Uniti il baluardo della democrazia  e della civiltà perché è dotato di un Mc Donald ogni 100 metri.  Quel ragazzo dai capelli rossi, probabilmente sarà condannato alla pena di morte, e nella sua follia avrà evidenziato tutte le contraddizioni e le brutalità del sistema americano, che risponde all’omicidio con la morte, che condanna il killer senza mettere in discussione come e perché abbia potuto  possedere quelle armi, e interrogandosi sul valore educativo dei film di Batman non si accorge del moltiplicarsi delle code al Rocky Mountain Guns and Ammo, già pieno di impazienti clienti pronti all’emulazione poche ore dopo la strage. Il Colorado Bureau of Invastigation ha registrato un aumento di richieste d’acquisto di pistole e fucili del 39% superiore rispetto al precedente week end di luglio. “La gente si è messa letteralmente in fila dinanzi ai negozi di armi, nella sola giornata di domenica il Colorado ha concesso 2884 permessi”. James Holmes, l’autore della strage è riuscito ad acquistare nel giro di otto settimane su internet 6.300 munizioni: 3.000 per il fucile semiautomatico ar-15, altri 3.000 Per le due pistole glock e 300 caricatori per il fucile a pompa. Ha anche comprato  una rivista specializzata dalla quale ha imparato come sparare 60 colpi al minuto. Il “dovrei fare come in Colorado” si diffonde a macchia d’olio e semina paura. Ma neanche il premio nobel per la pace, Barack Obama, è capace di una svolta radicale, lascia solo una labile speranza: "Spero che nei prossimi giorni, settimane, mesi, possiamo riflettere su come fare qualcosa contro la violenza insensata che flagella questo paese", una speranza priva di qualsiasi concretezza, che non trova “aggiornamenti sulla sua agenda” e che dunque non preoccupa i difensori del tabù delle armi negli Stati Uniti. Si rimanda il problema di strage in strage, mentre aumenta vertiginosamente il numero dei morti. Ma tutto va per il meglio, la colpa è del film di Batman. 


Lucia de Marco