Poche ore dalla
chiusura dei seggi, ed è caos. L’Europa a
bocca aperta, il giaguaro con le macchie tutte al suo posto, Grilli parlanti
che da voce della coscienza guidano la baracca, bandiere rosse calpestate,
rivoluzioni civili che neanche arrivano a costruire la barricata. Analisi strutturate sugli scenari futuri impegnano i mass media, motivo per cui in
questa sede ci limitiamo a sensazioni immediate e considerazioni generali.
Nessun governo e in apparenza
nessun vincitore, ma in fondo un popolo che parla, e, come suggerisce Serra, le nuove generazioni di cui a lungo si è
lamentato il silenzio non hanno timidamente alzato il dito, ma togliendo la
parola ai “vecchi”, urlano prepotentemente la fine delle
battaglie ideologiche e degli schieramenti tradizionali. Il Movimento 5 stelle è il primo non-partito
con un non-statuto che entra in Parlamento, una comunità digitale che sceglie
con un clic, senza sedi e circoli ufficiali, paragonabile alla rivoluzione
della rete senza fili. Vincoli virtuali, i vecchi “fili rossi” tagliati alla
radice, il web nella forma e nella sostanza: mi piace, condividi, elimina, twitta. Profondità, analisi critica, dialettica, dialogo,
sfumature, qualità, formalità, istituzione: un lessico obsoleto per la nuova
politica che sia afferma informale, semplice, orizzontale, priva di
congiunzioni e subordinate, paratattica, antiumanistica.
A partire da queste riflessioni generali nascono spontanei due grandi
quesiti:
1) E’ possibile che un non-partito possa governare all’interno di un’istituzione
figlia del 900 come il Parlamento della Repubblica, e che dunque la nuova
sostanza della politica possa adattarsi alla forma del secolo precedente?
2) Questa nuova sostanza politica è di respiro internazionale o è
frutto di un’eccezionalità italiana?
Rispondere richiede un’analisi e tante parole, non può bastare un tweet:
Il M5S di primo impatto è essenzialmente volgare; sensazione dovuta
più alle origini di comico del leader e al suo lessico scurrile che all’atteggiamento
di chi in realtà riempie le piazze e le liste dei candidati. Grillo a colloquio
con la Merkel o Napolitano. Questi nomi uno accanto all’altro suonano come un
ossimoro. Tuttavia il Movimento 5 stelle è il primo “partito” d’Italia, i cui
onorevoli e senatori siederanno fisicamente in parlamento, e lo faranno in
giacca e cravatta, parlando con discorsi
strutturati e senza ” vaffanculo”. Come comporre queste due realtà? La risposta
non è qui ma nel futuro del movimento. Ora che si è invischiato negli scranni
del parlamento, il primo partito d’Italia farà solo ridicola campagna d’opposizione,
senza andare mai al governo? Serietà e
responsabilità rientrano nel linguaggio obsoleto? Il dubbio metodico che
distrugge tutte le certezza sarà capace di costruire e proporre alternative
concrete per il Paese?
Le prime reazioni del leader non sono incoraggianti: Il rifiuto totale
di alleanze e collaborazioni, e il
perpetuarsi di battute ridicole non in linea col clima di emergenza nazionale, non
fanno sperare ad una (seppur minima) formalizzazione del movimento. L’impossibilità di conciliazione costringe ad ipotizzare una preoccupante incompatibilità di fondo fra questo nuovo modello politico e la vecchia istituzione.
Allargando il campo visivo, mi domando allora quanti simil-Grillo siano
spuntati o spunteranno in Europa, se questo tipo di modernità sia una direzione
omogenea della storia o se invece l’Italia presenti elementi di eccezionalità.
Demonizzare la classe dirigente nazionale ed europeista alleata con le
lobby finanziarie, restaurare frontiere economiche nazionali, ridare al popolo “ciò che gli è stato rubato”:
questi i punti fondamentali dei movimenti di protesta europei. Qualcosa di simile la ritroviamo nel Partito
Pirata diffuso in tutta Europa ma in particolare in Germania dove ha superato
la soglia di sbarramento, e il cosiddetto Partito X nato in Spagna
con tre obiettivi ben precisi: wikigoverno, voto permanente e trasparenza. Ancora in
Francia l’avanzata di Fronte Nazionale di Marie Le Pen, o in Olanda del Partito
Popolare per la Libertà. In questo quadro il Movimento 5
stelle ha delle sue specificità che nascono dalla singolarità del panorama politico italiano, e
che lo distinguono dai movimenti citati, pur attingendo da un bacino ideologico
comune. A partire da un quadro europeo
abbastanza omogeneo che vede la ribalta di questi nuovi soggetti politici, tuttavia è proprio in Italia che per la prima
volta un movimento popolare di protesta non solo raggiunge la soglia di
sbarramento ma addirittura diventa il primo partito nazionale. l’Italia costituisce un caso senza precedenti
nella storia dell’Unione Europea. Senza
trarre conclusioni né drammatiche né rassicuranti, attendiamo gli sviluppi di
questo ingorgo istituzionale, politico ed economico, coscienti però del
cambiamento epocale che sancisce il passaggio a questa Terza Repubblica.
Lucia de Marco