domenica 18 dicembre 2011

Torino e Firenze: quando l’integrazione non s’ha da fare.

Mai storia fu più attuale di quella di Renzo Tramaglino e di Lucia Mondella.  Lo sforzo immaginativo necessario  è spostare il paesaggio dal lago di Como al tratto di Po che attraversa Torino, e il gioco è fatto. Il piccolo pogrom dello scorso 10 Dicembre non è che il sunto dei terribili topoi arcaici  del nazionalismo italiano, evidentemente mai superati. Quando anche il romanzo dei romanzi, simbolo dell’Italia unita,  quale i Promessi Sposi gira intorno al tema della donna violata dal barbaro straniero,  solo un amaro sorriso di sdegno può accompagnarmi mentre seguo la cronaca dei fatti.  Il tema risorgimentale della donna violata è paradossalmente molto caro alla Lega Nord che cavalcando l’onda del populismo e dei luoghi comuni, riaccende l’orgoglio virile, puntando all’emotività degli ignoranti.  La rozzezza del branco di maschi pronto a difendere le “nostre” donne dallo straniero  e  la “purezza” della discendenza è un orrore alimentato anche dall’aggressiva campagna propagandistica della Lega Nord che ha inculcato il modello dello stupro dello straniero ai danni delle donne italiane.  Tesi quanto mai confermata dalla versione dei fatti inizialmente riportata dalla ragazza, a seguito del presunto stupro: nella mente dell’ingenua,  specificare che l’autore della violenza sessuale fosse un rom, un immigrato, un profugo,  era  quanto mai più verisimile che accusare un uomo x qualunque, privando la descrizione del particolare sulla “razza”.   Ma il remake moderno della pia Lucia è quanto mai significativo: portatrice di un valore di castità non sentito, ma tramandato ed imposto da una realtà filtrata ancora da categorie interpretative non più riproponibili, o almeno non più in questa forma.  Accanto alla giovane vergognosa della “verginità perduta” , il fratello protettore, più che mai esaltato dall’odio razziale, che si lancia  nella difesa dell’innocente. Michele Serra nell’Amaca del 14 Dicembre, giustamente richiama l’immagine del “fuoco sacrificale”, che incendiando  il campo rom avrebbe nuovamente purificato la giovane dalle mani nere e sporche dello straniero.  La tensione eroica e titanica dei giovani torinesi si distrugge con un colpo di scena tragi-comico, e con un totale rovesciamento dei ruoli: le ammissioni sconcertanti della ragazza mettono in luce tutti i paradossi e le contraddizioni del nostro tempo.   Pochi giorni dopo, gli avvenimenti di Firenze completano il quadro felice di un’Italia umiliata da un’involuzione culturale e sociale, ancora costretta negli spazi angusti  della xenofobia. La dignità delle lacrime dei giovani senegalesi riuniti intorno ai morti non fa che evidenziare l’esigenza di un atto di mea culpa, di un atto di profonda e sincera umiltà, che sola può essere il primo passo per una cultura di pace fra i popoli.
Lucia de Marco

Bibliografia: "Dell'uso pubblico del Risorgimento, e di un'antologia di documenti" Alberto Mario Banti, Ed. Laterza 2010

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Dallo sfruttamento senza scrupoli nelle colonie, a capro espiatorio in casa. Penso che l'Imperialismo Occidentale abbia avuto un ruolo fondamentale in quelle che sono ora le relazioni tra Mediterraneo "del Nord" e "del Sud".
"Diritto di civilizzare" e "Orientalismo" sono parole chiave da non dimenticare.

andrea

tito santoni ha detto...

Hai visto che stiamo combinando in Africa comprando per un pezzo di pane (e corrompendo i potentati locali) enormi estensioni di terra e non considerando che sono occupati da gente che vive di quella povera agricoltura da secoli. Naturalmente gli italiani comprano anche in Senegal per fare petrolio dalla colza. C'era gente che viveva lì? Pazienza, proprio come gli Indiani d'America (ovviamente ho visto Report ieri sera). Che si arrangi o dimostri di essere proprietaria di quella terra. Cosa difficile da quelle parti dove non hanno un catasto.
Poi il Senegalese viene qui, cerca di vivere onestamente ma ha l'handicap di essere straniero e per di più nero per cui facilmente identificabile.
Per cui compare il vendicatore della razza che si va perdendo. Da notare che il concetto di razza biologicamente non esiste.
Non sa che discendiamo tutti da ominidi che hanno avuto la loro origine proprio in Africa!
Se ogni razzista prendesse coscienza di questo fatto dovrebbe, per nostra tranquillità, semplicemente suicidarsi, senza fare tanto clamore. Siamo sicuri che meriti la vita che il buon Dio gli ha dato?

Ludovica ha detto...

Xenofobia.
Paura dello straniero.
Ha ragione tito (tito, sono :idioteque:), molti razzisti si ritroverebbero costretti a "togliersi di mezzo", se prendessero coscienza delle loro origini: fino a scoprire che, sorpresa!, lo "straniero" non è un concetto biologico, ma culturale e profondamente mutante.
Il mio punto di vista in merito a quello che è accaduto negli ultimi giorni (un exploit che ci mostra quanto il problema sia radicato nel nostro paese) è che:
1 - forze "politiche" come Casa Pound, che si fanno vanto di fantomatiche "missioni umanitarie in Cambogia", non possono risultare credibili ai miei occhi nel cercare di additare come PAZZO, FOLLE, l'autore del gesto di Firenze, in quanto EGLI, come molte altre persone, era comunque riuscito a trovare nelle loro idee (di un'inaudita violenza, anche se ben mascherata) un bel crogiolo affinché la sua instabilità mentale esplodesse in questa maniera barbara;
2 - per quanto riguarda Torino, la situazione è, se possibile, ancor più delicata, e qui l'articolo la prende in esame quasi completamente, aggiungerei soltanto che l'integrazione è una questione che riguarda anche, molto e soprattutto, il sistema educativo ed economico: non si tratta solamente di una caccia al capro (anzi, ai capri) espiatorio, ma di una ferita aperta, che la sinistra italiana non si degna di considerare con la dovuta attenzione a livello nazionale (essendo una decisa presa di posizione politica di integrazione l'unica possibilità secondo me di arginare le derive xenofobe a livello politico/partitico, quelle del genere leghista o peggiori)

detto ciò, bell'articolo, lo spunto dei Promessi Sposi è giornalisticamente interessante (anche se, credo per motivi di tempo, letterariamente "accennato" e forse un po' superficiale)

grande Luci :) - sono curiosa di vedere quale di questi pubblicherai sulla Scintilla!

C O M B A T ha detto...

Rispondo ai commenti:

Per Andrea: Sono perfettamente d'accordo nell'identificare l'imperialismo fra le cause profonde e le origini di quello che accade ancora oggi. "Il fardello dell'uomo bianco", e la "missione civilizzatrice" sono parole usate ancora oggi. Basti pensare ai soldati americani ancora presenti in medio oriente.

Per Tito Santoni: Anche io ho visto quella bellissima puntata di Report, e ne sono rimasta colpita tanto quanto te. Togliamo a queste persone il diritto a vivere nel loro paese, e li rendiamo la vita impossibile anche qui, puntando ancora su ideologie involutive da ogni punto di vista. E' molto triste che nel 2011 siamo ancora costretti a ribadire che la razza è un concetto che non esiste.

Per Ludovica: Su casa Pound abbiamo molto da dire, aspetta solo il prossimo articolo ;) Dico solo che ridurre tutti gli atti di violenza, a pura follia, significa sminuire l'atto stesso e giustificare in qualche modo l'autore. Lo stesso hanno fatto con nazismo quando l'hanno soprannominato "una follia collettiva". Hitler non era pazzo e tanto meno tutti i suoi seguaci. La cattiveria e il male quando sono così ben "organizzati" hanno bisogno di lucidità mentale. Lo spunto sui Promessi Sposi è ovviamente solo accennato per motivi di spazio e voleva essere appunto solo un imput per riflettere su quanto sia retrograda la nostra mentalità. In ogni caso è molto interessante l'argomento, e a questo proposito vi consiglio il libro dello storico Banti, citato nelle fonti, che riprende tutti i temi risorgimentali paradossalmente ricalcati dalla propaganda leghista.

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