Via Castellana Bandiera è una strada dove in due
non ci si passa. O io, o tu. Via Castellana Bandiera è il pettine a cui vengono
tutti i nodi, o li sciogli uno ad uno o resti intrappolato nella ragnatela del
non senso.
La
storia di Rosa, Clara e Samira è infatti una storia che non ha senso, ma in
quanto tale è la ventura delle venture, è la resa dei conti fra te e te, e fra
te e l’altro.
I
due mondi sono quelli di Rosa e Clara, coppia lesbica in crisi, e quello di
Samira, donna anziana frantumata dal dolore della perdita della figlia e comandata
da un genero sfrontato e maschilista. Rimangono incastrate in una via, dove il
senso è doppio ma c’è posto solo per uno. Basterebbe che una delle due facesse
retromarcia ma la caparbietà di entrambe le lascia una contro l’altra in un
duello estenuante.
Quante
volte per raggiungere l’obiettivo dobbiamo pensare alle manovre che traccino il
filo rosso della nostra, nostra e solo nostra strada, senza le interferenze
della realtà che ci circonda? Sarebbe facile andare dalla A alla Z, ma in mezzo
ci sono diciannove lettere e migliaia di combinazioni che danno forma a parole,
pensieri, discorsi. Via Castellana Bandiera è un inno all’integrità. Nella stagione dei compromessi
e delle larghe intese queste donne scelgono di essere pure fino in fondo, e non è
questione di principio (come accade agli uomini rozzi e speculatori che le
circondano) ma è una questione esistenziale.
De
Andrè direbbe: morire per delle idee. Porre il limite entro il quale non si può
andare avanti significa preservare il nucleo della nostra natura, la parte più
profonda di se stessi che non si può rinnegare, la dignità del dire: no, questo no.
Nella
stagione dei corrotti Emma Dante ricrea il baluardo dell’incorruttibilità,
della lotta fisica e psichica alla difesa della propria identità. Lo scontro
onesto ed eroico delle due donne arriva ai limiti dell’assurdo creando un mondo
surreale e fuori dal tempo in cui, spogliati di tutto, non resta che l’io e il
non io. Tuttavia la dialettica senza fine afferma due pensieri monolitici che
finiscono non per trovare una sintesi, ma per lo meno un equilibrio: riescono a
fare il punto della loro vita. Via Castellana Bandiera infatti da un vicolo
cieco senza scampo progressivamente si allarga trovando posto per entrambe, un
possibile doppio senso, e infine diventa un grande viale dove correre assaporando
le nuove prospettive nate dal dramma. Lo scontro titanico ha aperto infinite possibilità
e gli spazi della strada prendono respiro: la corsa conclusiva degli abitanti
di via Castellana Bandiera è la catarsi che libera dalla frustrante e
angosciosa gabbia dei propri limiti.
Lucia
de Marco
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