Se vivi negli Stati
Uniti e una sera di Luglio decidi di andare al cinema a vedere il film di
Batman, è necessario che ti preoccupi di
avere 21 anni per ordinare una birra al bar, oppure di nascondere il tuo panino
al formaggio francese perché è fatto col
latte crudo e dunque è illegale e pericoloso, ma non devi assolutamente
preoccuparti se quella sera ti va di infilare nella tua borsa un mitra, o una
qualsiasi arma da fuoco. Ad Aurora,
Denver, Colorado, un ragazzo ha tirato fuori quel
mitra e ha sparato, ha ucciso 12 persone e ferite 50. E’ uno studente universitario, ha 24 anni, vita normale, faccia simpatica e capelli
rossi, il suo modello è il Joker , il cattivo del film. Il suo sguardo perso
nel vuoto durante le sedute giudiziarie non può che far pensare che il vero
cattivo è dietro il gesto della sua follia. La colpa è di chi non ha saputo
rendergli difficile procurarsi un arsenale sufficiente per una guerriglia
urbana, delle lobby che hanno tutelato quell’acquisto, di quella costituzione
che garantisce il diritto a comprare un’ arma ma non il diritto alla salute,
della folla di moralisti che accusa il film di Nolan che “incita alla violenza”,
di chi ancora vuole definire gli Stati Uniti il baluardo della democrazia e della civiltà perché è dotato di un Mc
Donald ogni 100 metri. Quel ragazzo dai
capelli rossi, probabilmente sarà condannato alla pena di morte, e nella sua
follia avrà evidenziato tutte le contraddizioni e le brutalità del sistema
americano, che risponde all’omicidio con la morte, che condanna il killer senza
mettere in discussione come e perché abbia potuto
possedere quelle armi, e interrogandosi sul valore educativo dei film di
Batman non si accorge del moltiplicarsi delle code al Rocky Mountain Guns and
Ammo, già pieno di impazienti clienti pronti all’emulazione poche ore dopo la
strage. Il Colorado Bureau of Invastigation ha registrato un aumento di
richieste d’acquisto di pistole e fucili del 39% superiore rispetto al precedente
week end di luglio. “La gente si è messa letteralmente in fila dinanzi ai
negozi di armi, nella sola giornata di domenica il Colorado ha concesso 2884
permessi”. James Holmes, l’autore della strage è
riuscito ad acquistare nel giro di otto settimane su internet 6.300 munizioni:
3.000 per il fucile semiautomatico ar-15, altri 3.000 Per le due pistole glock
e 300 caricatori per il fucile a pompa. Ha anche comprato una rivista
specializzata dalla quale ha imparato come sparare 60 colpi al minuto. Il
“dovrei fare come in Colorado” si diffonde a macchia d’olio e semina paura. Ma neanche il premio nobel per la pace, Barack Obama, è capace di una svolta
radicale, lascia solo una labile speranza: "Spero che nei prossimi giorni,
settimane, mesi, possiamo riflettere su come fare qualcosa contro la violenza
insensata che flagella questo paese", una speranza priva di qualsiasi
concretezza, che non trova “aggiornamenti sulla sua agenda” e che dunque non
preoccupa i difensori del tabù delle armi negli Stati Uniti. Si rimanda il
problema di strage in strage, mentre aumenta vertiginosamente il numero dei
morti. Ma tutto va per il meglio, la colpa è del film di Batman.
Lucia de Marco
Lucia de Marco
1 commento:
Il celebre secondo emendamento della Costituzione americana, ombra della guerra d'indipendenza:"Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto." Largo spazio è stato lasciato al dibattito sulla sua interpretazione.
Strage di Columbine (1999)
Virginia Tech (2007)
Northern Illinois Uni (2008)
lntanto in Texas si proponeva il programma Guns for Teachers
Per concludere, ecco il vero responsabile che appoggia la follia quotidiana che si consuma negli States e che la culla nell'alveo della legalità: la Corte Suprema dichiara (se non erro nel 2008) che quello di portare le armi è un diritto individuale e non collettivo e dunque paragonabile al diritto di voto, alla libertà di espressione... esempi per intenderci.
Dopotutto non dovremmo stupirci così tanto; parliamo di un paese esportatore di democrazia attraverso operazioni di pace, e ne parliamo proprio noi Europei, in primo luogo, ed Italiani.
Solo un piccolo dato: 13 sono le banche italiane che partecipano al finanziamento di società produttrici di armi nucleari.
Poi ci sarebbe anche questa piccola chicca... http://www.dontbankonthebomb.com/2012/02/27/finmeccanica/
in realtà...ce ne sono davvero tante.
Daniela
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