Stiamo vivendo giorni che cambiano la storia di un paese: chi più chi meno ne siamo tutti consapevoli. Si chiude il sipario della politica d’avanspettacolo del governo Berlusconi, lasciandosi dietro quello strascico d’amarezza, e umiliazione che in questi anni hanno piegato il nostro paese. Come sarà ora, l’Italia del “Dopo Silvio”? Lo scenario che ci si presenta è desolante. Le dimissioni di Berlusconi infatti non sono nate da una riscossa dell’opposizione, da una rinnovata fiducia dei cittadini nella politica, da un processo dal basso che fosse riuscito ad imporre all’attenzione delle classi dirigenti la manifesta esigenza di cambiamento del popolo. Le dimissioni di Berlusconi sono il risultato della legge del mercato, che prima di noi cittadini ha saputo dirgli “esci di scena”. E nel baratto spread \ democrazia siamo tutti perdenti: stiamo assistendo al fallimento della democrazia e della politica in Italia. Il cittadino che si affanna inerme di fronte alle immagini televisive e leggendo le righe dei quotidiani senza alcuna possibilità di intervenire nelle sorti del suo paese, ne è l’esempio e il simbolo più evidente. E ancor più lo è l’incapacità delle parti politiche di tutti gli schieramenti di saper guidare il paese in una situazione d’emergenza. L’urgenza degli eventi che in tempi lampo ci hanno imposto delle scelte forti, ha lasciato il cittadino disorientato di fronte al mondo dell’economia ai più sconosciuto, e di fronte alla nascita di un nuovo governo, il cui leader anch’esso è ai più sconosciuto. I tempi del mercato non ci hanno concesso di dire la nostra: organizzare nuove elezioni avrebbe violato le scadenze serrate ai cui l’economia italiana è necessariamente sottoposta. Unica possibilità: un governo tecnico. In tempi record il presidente della repubblica ha reso Monti senatore a vita, poi lo ha incaricato di formare il nuovo esecutivo. Chi sono dunque gli uomini che ci governano? Sono diciassette , quattordici uomini e tre donne, cattolici, rettori di università, economisti, banchieri; il loro leader Mario Monti, presidente dell’università Bocconi, commissario per l’Unione Europea, uomo distinto, autorevole a cui il Parlamento il 16 Novembre concede la fiducia. Certamente l’impatto estetico, propriamente visivo, è forte: il grigio, la sobrietà e la dignità del nuovo governo Monti non può che farmi sentire sollevata al ricordo della “pacchianeria sgargiante”* del governo Berlusconi, al ricordo delle facce della Gelmini, della Carfagna, della voce di La Russa e di Tremonti; ma mettendo da parte per un secondo la generale ammirazione destata dall’alto livello qualitativo del nuovo collegio dei ministri, mi è impossibile non rimarcare ancora una volta il mio rammarico per la totale assenza delle parti politiche in questo governo, governo che è il risultato dell’antipolitica, dilagante nel nostro paese. Il nuovo esecutivo ha ottenuto la fiducia in parlamento, ma ha la fiducia diretta dei cittadini? In questa momentanea sospensione della democrazia non ci resta che sperare, se pur circondati da tutti quei leciti dubbi che oggi si muovono nelle varie frange dell’opinione pubblica.
* Michele Serra in Repubblica del 17\11\2011
* Michele Serra in Repubblica del 17\11\2011
Lucia de Marco