In fin dei conti lo sapevamo già che
questo polverone avesse l’insensatezza delle battaglie già perse. Il fatto: lo
scorso 6 Giugno il Guardian ha pubblicato i dettagli del programma di
sicurezza Prism per la lotta al
terrorismo per conto dell’NSA, organo di sicurezza dell’intelligence americana.
Lo scoop ha avuto risonanza mondiale; l’NSA aveva accesso ai tabulati della
compagnia telefonica Verizon, e le
telefonate dei cittadini americani potevano essere messe sotto controllo. A
rincarare la dose è stato il Washington
Post che ha rivelato che Prism sarebbe <<entrato nei server di nove
colossi della rete per estrarne audio, video, fotografie, email, documenti
passsword>>: Facebook,
Google, Yahoo, Microsoft, PalTalk, Aol, Youtube, Apple e Skype. Dalla Silicon Valley
i giganti della Rete si sono difesi dichiarando che nessuno abbia messo sotto
la lente i server e che i dati degli utenti siano stati concessi nel <<rispetto delle
leggi>>.
L’eco della notizia ha provocato non poco imbarazzo al Presidente Barack Obama,
costretto a giustificare la vicenda: <<nessuno sta ascoltando le vostre
telefonate>> ha garantito.
L’intelligence infatti lavorerebbe elaborando i metadati, cioè controllando
solo i flussi delle comunicazioni. Niente in realtà si è svolto forzando le
architetture costituzionali del Paese: il Congresso sapeva e aveva riapprovato
il Foreign Intelligence Surveillance Act (Fisa) che autorizza il Prism.
La talpa è Edward Snowden, ex tecnico
della Cia, che avrebbe provocato la fuga di notizie per <<difendere la
privacy di tutti>>.
Sinceramente, non si comprende come la
notizia abbia potuto suscitare così tanto sgomento. Non è solamente l’ennesima
riprova di un dato che abbiamo già inconsciamente rimosso? Siamo spiati.
Senza troppa enfasi o vittimismo abbiamo
varcato il limite già da un pezzo.
Attraverso il nostro profilo Facebook
possiamo scoprire dove passano il sabato sera i nostri amici, tenerci
costantemente informati sullo stato sentimentale di vecchi flirt, conoscere
città di residenza, gusti musicali, libri preferiti e orientamento religioso e
politico del nostro medico curante o di un professore.
Chi si aspettava che le multinazionali
avrebbero cominciato a prevedere le tendenze invece che assecondarle ha avuto
ragione: risale allo scorso febbraio un’indagine del Guardian che denuncia come la Rayethon, colosso della Difesa
americano, avrebbe sviluppato un software per tracciare gusti di interi gruppi
sociali attraverso i social media. L’essenza dei nostri desideri in un
algoritmo; la persona trasformata in un
flusso coerente di informazioni: praticamente una nuova ontologia. Il soggetto
desiderante diventa l’oggetto di una passione, dei suoi “interessi”, incasellati
entro campi già stabiliti da qualcun altro e riproducibili su scala – la
fenomenologia degli hobby: come trascorre Lei il suo tempo libero? Cucina,
giardinaggio? La preghiamo di segnare la casella corrispondente.
E’ il prezzo da pagare della digitalizzazione
dei rapporti: inevitabilmente rinunciamo alla privacy per cedere il passo alla
“condivisione”.
Ne nasce un enorme paradosso. Per
riconquistare uno spazio di libertà ho bisogno di sottrarmi al gioco della
partecipazione e rimuovere informazioni. Ne ”L’ingenuità della Rete” Morozov ci ricorda
come ad esempio in Cina e in Russia gli spazi virtuali siano utilizzati per
deviare l’attenzione dei giovani verso l’intrattenimento. Non è un caso allora che il sistema vada in
cortocircuito quando la condivisione interessi grandi rivendicazioni
collettive.
Credo sia inutile a tal punto invocare
un maggiore distacco. Sapere tutto di tutti è asfissiante, ma chi ha ancora la
forza per sentirsi fuori dal mondo?
Alberto Donadeo
Fonti:
Usa, Agenzia per la
sicurezza sotto accusa «Spiati i giganti del web e le carte di credito»
Corriere della Sera,
Redazione online 6 Giugno 2013
Obama: << Sorveglianza legale e limitata>>
Il presidente Usa
sottolinea di avere l’appoggio bipartisan del congresso
Corriere della Sera,
Alessandra Farkas 8 Giugno 2013
NSA collecting phone records of millions of
Verizon customers daily
Top secret court order requiring Verizon to
hand over all call data shows scale of domestic surveillance under Obama
The Guardian, Gleen Greenwald 6 Giugno 2013
Datagate, giganti
del web nel programma Prism. Nsa negoziò con Google, Facebook, Aol e Apple
La Repubblica,
Redazione Online 8 Giugno 2013