Ci vuole una bell’anima, penserete, per intitolare un neonato blog al celebre giornale della Resistenza francese. Prendete questo nome prima di tutto come un omaggio, un gesto di intima devozione verso chi si direbbe un maestro, ma che in realtà è molto di più.
Gli scrittori più grandi sono quelli che, come diceva Holden Caludfield, vorresti fossero a tutti i costi tuoi amici per poterci parlare al telefono tutte le volte che ti gira. Sì, per Albert Camus è esattamente così, per lui è difficile distinguere la letteratura dalla vita vera; così l’infinita ammirazione per l’abile scrittore volge rapidamente a quella per l’uomo tutto intero, l’intellettuale che, appunto, fu editorialista e caporedattore di Combat durante l’occupazione nazista in Francia. Il giornale nacque nel 1941 grazie ad Henri Frenay con alle spalle l’esperienza del movimento resistenziale omonimo e rimase in clandestinità fino alla liberazione nel 1944 toccando la soglia delle 350000 copie di tiratura. Singolare è l’invito rivolto da Frenay ai lettori nella presentazione del primo numero del giornale: “Contro l’anestesia del popolo francese”.
Ecco, è proprio allo spirito febbrile del giornalismo clandestino di Camus che sogniamo di ispirarci. Testimone di infinito coraggio e onestà, Camus credette che “attraverso i cinque continenti, negli anni a venire, verrà ingaggiata una lotta senza quartiere tra la violenza e la parola”. La parola ostinata che fa fronte alle brutture della guerra e alle menzogne dei sistemi corrotti e meschini. Noi vogliamo riappropriarci attraverso il web - convinti della potenzialità della rete di creare spazi di discussione orizzontale - del coraggio della parola e il suo unico scandaglio sarà la ricerca della bellezza. In tempi di crisi si avverte non di rado la terribile sensazione di dover difendere qualcosa di irrinunciabile, qualcosa del tipo – senza questo non potrei sopravvivere- e che adesso rischia di essere messo in pericolo. Capita allora che ciò che la politica non riesce più a tutelare divenga interesse collettivo: l’energia pulita, l’acqua pubblica, il diritto di scegliere direttamente i propri rappresentanti. Quando la politica ritorna alle esigenze fisiologiche della persona riscuote successo; quando la logica del bene comune riaffiora, non c’è censura che tenga . Questa è la bellezza che la parola scritta deve difendere: quella domanda insopprimibile di giustizia che noi, “il 99%”, come poche settimane fa gridavano gli indignati di New York, non possiamo lasciar deperire. Tutto questo liberando la comunicazione di quelle pesanti pastoie che sono la volgarità e l’insulto generalizzati. E’ un progetto assolutamente velleitario, è vero; noi non sappiamo affatto se abbia futuro, ma esso si nutre di speranze gigantesche, quelle speranze che, sole, sanno tradurre in azione una fede pronunciata a fior di labbra.
*Le notizie sulla nascita del giornale e i virgolettati sono tratti da "Questa lotta vi riguarda", raccolta di saggi e articoli di Albert Camus, ed. Bompiani 2010
Alberto Donadeo